La Serie In un orfanotrofio del Kentucky negli anni '50 una ragazza scopre di avere un talento incredibile per gli scacchi. Nel frattempo lotta con un problema di dipendenza. Introduzione: *Il gioco più antico del mondo incontra le sue nuove regin...
La Serie
In un orfanotrofio del Kentucky negli anni '50 una ragazza scopre di avere un talento incredibile per gli scacchi. Nel frattempo lotta con un problema di dipendenza.
Introduzione: *Il gioco più antico del mondo incontra le sue nuove regine* Nell'era post #MeToo, dove donne forti e indipendenti sono celebrate ovunque, non poteva mancare uno squarcio anche nel variegato mondo degli scacchi - tradizionalmente maschile - attraverso la figura di Beth Harmon (Anya Taylor-Joy), prodigiosa giocatrice dalle movenze feline, dotata di una mente brillante quanto tormentata.
Una sorta di moderna Alice in Wonderland che si muove abilmente tra pedine e cavalli, droghe e alcol, amore e solitudine; il tutto ambientato nei turbinosi anni '60, decennio contraddittorio per antonomasia, in cui il sogno americano comincerà pian piano a mostrare crepe sempre più evidenti. ### Trama e Premessa: *Pedoni avanzano, regine colpiscono!* Beth Harmon, bambina intelligente e introversa, dopo aver perso tragicamente entrambi i genitori, viene spedita in un orfanotrofio del Kentucky.
Qui, durante le ore buie, stringerà un rapporto morboso con le pasticche tranqualizzanti somministrategli dai medici del luogo, facendo però, parallelamente, un'altra importante scoperta: quella degli scacchi.
Sarà proprio quel tabellone bianco e nero, apparentemente asettico, a divenire per lei via di fuga dall'angosciante realtà circostante.
Grazie alle sue innate capacità logiche, Beth imparerà presto a dominare il gioco, arrivando persino a battere Mr.
Shaibel (Bill Camp), custode e insegnante improvvisato.
Negli anni a venire, la piccola campionessa dovrà confrontarsi con molteplici ostacoli, primo fra tutti quello rappresentato dalla sua instabile condizione psicologica, conseguenza diretta dell'abuso di farmaci assunti fin da bambina.
Quello che rende questa storia così intrigante e fuori dagli schemi riguarda proprio il binomio scacco-dipendenze, mai trattato con tale intensità e cura nei dettagli.
Non solo: dietro l'apparente linearità dello schema narrativo, emerge prepotentemente una carrellata di figure femminili sorprendentemente sfaccettate, capaci di ribaltare completamente il paradigma classico del gender role, andando ben oltre l'ormai desueto concetto di “femminismo”. ### Temi e Significati: *Matti come re, pazzi come pedoni* Come anticipato, la serie scritta da Scott Frank e Allan Scott tocca numerosi punti nevralgici legati ai grandi interrogativi esistenziali propri dell'adolescenza: identità, accettazione, alienazione, autodeterminazione.
Tutti argomenti delicati e spinosi, particolarmente attuali soprattutto in virtù del complicato periodo storico che stiamo vivendo.
Attraverso il viaggio interiore di Beth, assistiamo a una continua ridefinizione del sé, accompagnati passo dopo passo lungo un sentiero disseminato di dubbi e incertezze.
Lungo il cammino, troveremo altri pezzi importanti del puzzle: Alma Wheatley (Marielle Heller) – madre adottiva problematica e fragile –, Jolene Shakiri (Moses Ingram) – coetanea combattiva e determinata –, Benny Watts (Thomas Brodie-Sangster) – avversario stimolante e mentore discreto.
Ognuno di questi personaggi sarà fondamentale nella costruzione dell'identikit finale di Beth, permettendoci, quasi inconsapevolmente, di fare i conti con noi stessi e con le nostre paure. ### Regia e Stile Visivo: *Una danza elegante e ipnotica* L'estetica vintage, ricercata con cura certosina, fa da perfetta controparte alla cruda veridicità dei contenuti, offrendoci un contrasto visivo azzeccato e funzionale allo sviluppo della vicenda.
I colori caldi e saturi tipici del midcentury design si alternano a tonalità più cupe e malinconiche, restituendo fedelmente atmosfere e mood dell'epoca.
Il montaggio, lineare e preciso, agevola notevolmente la fruibilità del prodotto, mantenendo alto il grado di tensione narrativa fino agli ultimi frame.
Da citare infine la sigla iniziale, opera del musicista inglese Carlos Rafael Rivera, che ripropone suggestivamente alcuni momenti salienti della partita a scacchi, trasformandoli magicamente in note musicali. ### Interpretazioni e Personaggi: *Le regine hanno sete di sangue* Impossibile prescindere da Anya Taylor-Joy, protagonista magnetica e vulcanica, artefice principale della riuscita dell'intero show.
Dietro ai suoi bellissimi occhi verdissimi si nasconde un animo sensibile e ferito, destinato inevitabilmente a sbattere contro le pareti invisibili del conformismo sociale.
A renderle ulteriormente eterea e dannata, una voce flebile e roca, residuo tangibile di troppe sigarette consumate frettolosamente durante le pause pranzo.
Notevoli anche le prove offerte da Thomas Brodie-Sangster (già ammirato ne "Il Trono Di Spade") e Moses Ingram, fresca di Academy Award per la sua partecipazione a "The Queen's Gambit", entrambe capaci di donare spessore e credibilità ai rispettivi ruoli. ### Impatto Emotivo: *Vittorie dolci come miele, sconfitte amare come galloni di veleno* Difficile rimanere totalmente indifferenti davanti a cotanta bellezza formale e sostanza interiore.
Le gesta eroiche di Beth Harmon risuonano dentro di noi come un richiamo ancestrale, quasi primordiale, capace di smuovere sentimenti e pensieri lasciati in disparte da tempo.
Forse per questo motivo, la mini-serie ha riscosso tanto successo: perché ha saputo parlare alla pancia dello spettatore, raccontando una storia apparentemente semplice eppure tremendamente complessa, commovente eppure terribilmente lucida.
Un concentrato di vita vissuta, densa e corposa, che sa far male quando serve e lenire dolcemente le ferite inflitte da un destino beffardo. ### Innovazione e Originalità: *Un balletto di mosse audacemente differente* Nonostante il genere sportivo-drammatico sia stato già ampiamente battuto e rivisitato in salsa hollywoodiana, "La Regina Degli Scacchi" riesce comunque a distinguersi dalla massa grazie a diversi fattori: setting atipico, ritmo compassato e cadenzato, dialoghi taglienti e incisivi, fotografia patinata e retrò, soundtrack evocativa e onnipresente.
Insomma, ingredienti di prim'ordine mescolati sapientemente in un pentol.
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