“The White Lotus”: il paradiso ha un prezzo… e parecchi problemi

Se avete mai sognato una vacanza da sogno in un resort extralusso con mare cristallino, massaggi ayurvedici e drink serviti in noci di cocco — The White Lotus è qui per ricordarvi che anche i sogni, a volte, puzzano di ipocrisia e risentimento. Cr...

Se avete mai sognato una vacanza da sogno in un resort extralusso con mare cristallino, massaggi ayurvedici e drink serviti in noci di cocco — The White Lotus è qui per ricordarvi che anche i sogni, a volte, puzzano di ipocrisia e risentimento.

Creata da Mike White, questa serie HBO si presenta come un satirico dramma da villeggiatura, ma dietro l’estetica da catalogo turistico nasconde una lama affilata. È uno studio sociale travestito da serie vacanziera, un’analisi tagliente e spesso esilarante delle nevrosi della classe benestante occidentale.

Ricchi, annoiati e pericolosamente inconsapevoli Ogni stagione ci porta in un resort diverso della catena immaginaria “White Lotus”, ma i clienti sono sempre gli stessi... almeno spiritualmente parlando: privilegiati in cerca di “esperienze autentiche”, convinti che il benessere giustifichi tutto — anche il fastidio di esistere.

La serie ci presenta un cast corale che cambia a ogni stagione ma mantiene un filo conduttore: nessuno è realmente innocente. C'è chi cerca il senso della vita tra una lezione di yoga e una lamentela sulla colazione, chi confonde il sesso con il potere, e chi si illude di poter comprare l’amore o la redenzione con una carta di credito platinum.

Il risultato è uno spettacolo che mescola umorismo acido e malinconia esistenziale con una maestria sorprendente. Ridiamo, sì — ma con quel fastidioso retrogusto che ti fa capire che, forse, abbiamo riso anche di noi stessi.

Una regia che sembra relax, ma è veleno puro La regia e la fotografia giocano con il contrasto tra bellezza e disagio: cieli perfetti, piscine azzurre, tramonti da sogno... mentre sotto la superficie serpeggia l’inquietudine. Ogni scena è costruita per farci sentire lievemente fuori posto, come quando ti siedi su una sedia da design che è bellissima ma ti distrugge la schiena.

E poi c’è la colonna sonora: ipnotica, ossessiva, quasi tribale. Una scelta geniale che trasforma il sottofondo da “SPA di lusso” a “rito pagano sul bordo della civiltà”.

Perché vale la pena? The White Lotus è una serie intelligente, elegante e stranamente disturbante. Ti invita a rilassarti, ma poi ti mette a disagio. Ti fa ridere, ma mentre lo fai ti chiedi: “dovrei davvero?”. È un prodotto che intrattiene, ma anche uno specchio (a volte deformante, a volte spietatamente fedele) di ciò che siamo diventati nel nostro eterno inseguire il benessere.

Non è una serie per chi cerca risposte, ma per chi ama le domande scomode. E il bello è che le fa mentre sorseggia un cocktail.

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